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abbiate pazienza che arrivo. questo è il mio Porter che uso normalmente
Il mezzo sembra sicuramente interessante, ragionando su spazi contenuti mi sembra di poter dire che abbia più senso di tanti altri mezzi. L’unica cosa credo sia la necessità di prestare massima attenzione ai pesi, la capacità di carico mi sembra forse e un poco più limitata rispetto a mezzi magari appena più grandi…
La cellula la vorresti realizzare in styrofoam? Che spessori? Internamente quali sono le tue esigenze in termini di acqua e allestimento?
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MAN 16.232 ValentinoInteressante la Vibrostop il tampone con le molle arancioni potrebbe essere quello che mi serve… è da capire che resistenza offre 😉
Il sito parla di una vasta gamma di portare, da 12 a 2600dAN … da capire che significa 😀
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MAN 16.232 ValentinoSperiamo sia effettivamente entrata in vigore…. mi sembra un ottima cosa 😀
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MAN 16.232 ValentinoUn lavoro complicato, ma se non lo fosse non sarebbe divertente.
Io sono stato spesso da Vibrostop a Milano per comprare del materiale che mi è servito durante l’allestimento di Valentino, di Kamillo e di alcune mie moto. Li hanno antivibranti simili al tuo tampone, bisognerebbe vedere come sono fissate le molle…
- This reply was modified 6 years, 4 months ago by smontic.
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MAN 16.232 ValentinoTOP! 🙂
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MAN 16.232 ValentinoEPISODIO7
– Senegal: Rotta verso Dakar
La nostra esplorazione del Senegal parte dal Parco National de la langue de Barbarie dove si trova un vero e proprio fiordo che protegge la costa.
In questo piccolo paradiso in terra i giorni potrebbero passare con facilità, tuttavia ormai è il mese di Maggio inoltrato e il caldo inizia ad arrivare insieme all’umidità e quindi decidiamo di muoverci più a Sud cercando di sfruttare per quanto possibile la corrente fresca che proviene dall’Oceano.
Sfruttando un po’ delle capacità fuoristradistiche del nostro veicolo procediamo lungo una pista costiera evitando in questo modo la trafficata strada principale che collega San Louis a Dakar.
Prima di raggiungere il Lago Rosa attraversiamo qualche piccolo paese dove ci capita sovente di venire fermati dalla polizia locale che a volte si mostra solo curiosa riguardo il nostro camion, mentre purtroppo a volte tenta di contestare infrazioni inesistenti con il solo scopo di estorcere qualche soldo. Discussioni e lamenti da parte di entrambi ci porteranno a pagare l’equivalente di circa 5 Euro di multa contro i 50 chiesti inizialmente, soldi che naturalmente finiranno subito nelle tasche di questo graduato.
Da qui decidiamo di seguire un percorso fuoristrada che aggira il lago e ci troviamo nel bel mezzo di un minuscolo villaggio di pescatori dove veniamo accolti da grandi sorrisi e dalla curiosità dei bambini. Alcuni anziani escono dalle baracche costruite in riva al lago e ci raggiungono come volessero dirci qualcosa, ma poi non lo fanno, si limitano a guardare il nostro camion parlando tra loro e dicendo: Rally!, Rally! È in questo posto dimenticato dai turisti dove possiamo ammirare il passaggio d’acqua che collega il Lago Rosa al mare, in pratica ciò che lo rende vivo e unico al mondo.
Da questo luogo non impiegheremo molto tempo per raggiungere la città capitale Dakar, un luogo completamente distaccato dalla realtà del resto del paese. Qui sono presenti ambasciate di tutti i paesi del mondo, multinazionali, enti umanitari, militari, insomma di tutto. Sembra che la comunità internazionale si sia data appuntamento in questa città posizionata in un luogo privilegiato e magnifico per compiere chissà quale missione.
Ma all’inizio abbiamo detto che è qui che il nostro viaggio subirà un grande cambiamento, vediamo perché. Girando in lungo e in largo per la città finiamo quasi per caso negli uffici della Grimaldi, compagnia Navale Italiana che qui si occupa di spedizioni in tutto il mondo.
Il gioco si fa serio quando dopo l’intervento dei colleghi Italiani capiamo che la cosa è possibile, ma per farlo avremmo dovuto sbrigare da noi tutte le pratiche doganali per il nostro camper – e per noi stessi – qui a Dakar dato che la compagnia non se ne sarebbe occupata.
Confermiamo i biglietti per una nave che sta arrivando dall’Europa e che sarà qui tra tre settimane circa, la Grande Nigeria. Abbiamo tempo per provare – e riuscire – a sbrigare le pratiche necessarie e per procurarci anche la vaccinazione obbligatoria contro la febbre gialla. Il viaggio prosegue!
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MAN 16.232 ValentinoCiao, benvenuto tra noi. Sicuramente sei finito nel posto giusto
Le prime scelte sono le più difficili, ma prenditi tutto il tempo necessario per “pensarle” davvero tutte, è importante.
Pensa che la scelta della capacità in batterie potrebbe in parte influire sulla scelta del mezzo 😀
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MAN 16.232 ValentinoChe meraviglia le dogane. Io purtroppo le vivo sempre con un po di agitazione 🙄
Ahah, dopo un po’ ci fai l’abitudine 😀
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MAN 16.232 ValentinoEPISODIO6
Africa Nera – Senegal
Dopo aver attraversato con il nostro camper Marocco, Sahara Occidentale e Mauritania ci troviamo a due passi dal confine con il Senegal. Trovarsi a due passi dall’Africa Nera è innegabilmente una grande tentazione per noi e quindi è evidente che la nostra bussola voglia rimanere puntata verso Sud. Tuttavia quando siamo partiti non avevamo la minima idea del fatto che saremmo potuti arrivare fin qui, quindi non avevamo previsto di procurarci il Carnet de Passage en Duane, documento che – a regola – sarebbe obbligatorio per l’importazione temporanea di qualunque veicolo in Senegal. Tuttavia conosciamo bene come funzionano le regole da queste parti e alle nostre orecchie echeggia la fama della famigerata frontiera tra Mauritania e Senegal. Alcuni viaggiatori Africani di lungo corso la descrivono come la peggiore dogana di tutto il continente a causa della tremenda e famosa corruzione degli addetti ai controlli di frontiera. Consapevoli di questo e consci del fatto che non abbiamo il Carnet ci lasciamo guidare dalla nostra esperienza.
Djama è il minore tra i due posti di frontiera esistenti, l’altro è quello di Rosso, famigerato sin dai tempi degli Hippie Francesi “Peugeottari”, ragazzi che viaggiavano fin qui a bordo di sgangherate vetture con lo scopo di rivenderle dopo averci attraversato il deserto. Per raggiungere Djama (N16° 13.327′ W16° 24.856′) bisogna attraversare una pista che corre lungo il fiume Senegal e che spesso è impraticabile per via delle piogge. Questo lo rende un posto di frontiera meno frequentato e quindi sarà certamente possibile avere più spazio per le trattative.
Sbrighiamo velocemente le pratiche Mauritane lasciandoci alle spalle un paio di ragazzotti che come sempre volevano guadagnare qualcosa facendoci da passacarte (lavoro molto comune in tutte le frontiere Africane).
Attraversiamo il ponte sul fiume Senegal preparandoci al grosso del lavoro, perché è qui che ci aspettiamo i veri problemi. Ci troviamo davanti ai militari Senegalesi che ci avevano visto arrivare da lontano. Il più vicino ci fa cenno di passare davanti ad un piccolo ufficio che si trova alle sue spalle. Qui un anziano signore dopo averci salutato e chiesto da dove veniamo ci mette quattro timbri sui passaporti e ci chiede “solo” 10 dollari. Da qui passiamo al secondo ufficio dove un giovanissimo militare ci liquida in pochi secondi dicendoci: “Il vostro mezzo non può entrare in Senegal, ha più di sei anni di anzianità”
Si tratta di un modo come un altro per dire: “Ehi amico, quanti soldi vuoi spendere per entrare? fammi un’offerta”.
Iniziamo la trattativa che però non sembra smuoversi molto finché non interviene un civile che stava chiacchierando con dei militari più anziani. Il panciuto uomo depone i suoi occhiali da sole, si avvicina al militare che stava parlando con noi e gli infligge due vigorose pacche sulla spalla prima di dirci: “Ho io la soluzione.
Definito l’accordo c’è un momento di attesa che sembra più una farsa che altro, ma dopo circa trenta minuti il civile torna, distribuisce qualcosa come l’equivalente di cinque dollari ai tre o quattro militari che lo circondano sorridenti e rumorosi nel loro ridere e chiacchierare e ci consegna tutti i nostri documenti perfettamente in regola, meglio di quanto avrebbe fatto un’agenzia di trasporti internazionale.
Siamo in Senegal!
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MAN 16.232 ValentinoJuly 15, 2018 at 12:23 am in reply to: Pesi a vuoto dei veicoli adatti a camperizzazioni Overland #773Grazie Ragazzi, appena riesco aggiorno la tabella con le nuove informazioni.
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MAN 16.232 ValentinoCiao Bull, io di Francia sono abbastanza ignorante.
Però ci sono gli amici di http://www.ormesulmondo.com/ che viaggiano e vivono sul camper da 6 anni tra Francia, Spagna e Portogallo. Il loro sito contiene parecchie idee, prova a dargli un occhio.
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MAN 16.232 ValentinoCiao Luke, ho portato a 10 il numero di topic visualizzati sulla barra di navigazione.
Grazie per la segnalazione!
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MAN 16.232 ValentinoCon la connessione che ho i video me li sogno, me lo metto in coda 😀
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MAN 16.232 ValentinoPerfetto Bull, questa è ancora la pratica che conoscevo anche io. 😀
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MAN 16.232 ValentinoCiao Roberto, benvenuto e complimenti per l’idea. Personalmente sono molto curioso di capire come si evolve il tuo progetto sopratutto per quanto riguarda le soluzioni che sicuramente dovrai adottare per contenere i pesi e per ottimizzare gli spazi. Sono sfide davvero interessanti e che possono essere utili a molti. Sicuramente troverai qualche consigli o tra i membri del forum, ne conosciamo alcuni che hanno fatto dell’ottimizzazione e della funzionalità il cuore del loro progetto.
In attesa di qualche preview in bozzetti, che poi è bello confrontare con il progetto finito, ti auguro ancora un buon lavoro e un bel futuro con il tuo progetto di vita 😀
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